Articoli

Inizia la vendita del vino sfuso vendemmia 2022 al Folicello! da febbraio 2023 disponibile la nuova vendemmia 2022…

Il nostro vino bio a casa vostra!

Consegniamo su richiesta i nostri vini biologici senza solfiti, il vino sfuso e i nostri succhi d’uva direttamente a casa vostra…

Continua a leggere

Un calice di vino sotto un cielo di stelle 

Siete tutti invitati l’8 luglio e il 9 agosto 2019 ad una degustazione sotto le stelle…

Continua a leggere

Nuova informativa Privacy

Abbiamo aggiornato la nostra informativa sulla privacy! Continua a leggere

Il contributo della Comunità europea e della Regione Emilia-Romagna

Continua a leggere

Scopri i video del nostro canale Youtube… Continua a leggere

Ecco il Pignoletto “bio” che rinuncia ai solfiti

Marco e Antonella con Folì bianco frizzante senza solfiti e Uv’è succo d’uva frizzante

L’azienda Il Folicello di Manzolino da dieci anni produce con successo vini DOC. Ora dopo i lambruschi senza conservanti lancia anche il succo d’uva frizzante

La qualità dei prodotti va sempre più verso un indirizzo green e biologico. Arriva da Castelfranco la prima esperienza di produzione vitivinicola con imbottigliamento di Pignoletto Doc (Denominazione di origine controllata) senza l’utilizzo di solfiti, sostanze che servono per preservare il vino nelle varie fasi della vinificazione. A produrre e a imbottigliare con sistemi che tengono conto della qualità ambientale e della salute è l’azienda agricola il Folicello di Manzolino, presso Castelfranco. Marco Giovannini e Antonella Fontana del Folicello producono dal 1980 Lambrusco e Pignoletto Doc con un vigneto di 12 ettari. «Ormai sono 10 anni che vinifichiamo, con successo, senza l’’utilizzo di solfiti, a partire da un rosso fermo – spiega Giovannini – che come tutte le uve nere contengono antiossidanti naturali in grado di conservare il vino in bottiglia. Poi 5 anni fa hanno fatto seguito il lambrusco Grasparossa Doc e quest’anno il primo Pignoletto a Denominazione di origine controllata. I vini – ha detto ancora Marco Giovannini – mantengono con questa tecnica inalterate le varietà organolettiche principali, come profumi e freschezza». La ricerca della azienda castelfranchese negli utilizzi alternativi delle uve biologiche non si è fermata: tra qualche giorno si potrà bere il succo d’uva frizzante. «Lo produciamo con il metodo “charmat”, sistema utilizzato normalmente per la vinificazione di vini, che consente di ottenere un perlage fine, con bollicine non grossolane. L’idea – dice ancora il titolare dell’azienda Il Follicello – è nata per creare un prodotto a base di uva naturale in alternativa alle bevande analcoliche gassate. Abbiamo prima eseguito un test, che ha dato esiti positivi, con un campione di consumatori per saggiarne il gradimento e quest’anno produrremo circa 10 mila bottiglie di succo d’uva spumante». Questo traguardo, frutto di una sperimentazione iniziata anni fa, giunge a poche settimane da un provvedimento europeo che consente, dal 2013, di indicare in etichetta le garanzie dei processi di vinificazione biologici. Il Comitato per la regolamentazione sulla bio agricoltura dell’Unione Europea, infatti, ha dato il parere favorevole alla proposta di regolamento per la produzione di vino completamente naturale. Un provvedimento atteso, specialmente da quei produttori che da anni vinificano con tecniche bio, ma che in osservanza della vecchie disposizioni dovevano etichettare le bottiglie con la dicitura “vino ottenuto con uve biologiche”. «La capacità degli imprenditori di diversificare l’offerta, mettendoci anche la componente creativa, è l’arma vincente per restare in mercato e fare bilancio – ha detto Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena – la tradizione e l’innovazione saranno i principali requisiti di sostenibilità economica e competitività delle imprese agricole. Nel caso del Folicello, sia la produzione di pignoletto senza solfiti, sia l’immissione sul mercato del succo d’uva frizzante sono elementi di diversificazione e innovazione che pongono in primo piano un’azienda biologica e biodinamica.. Da sottolineare che i produttori di vino e uve biologiche sono gravati da un carico burocratico superiore a qualsiasi altra impresa e devono sostenere costi molto più elevati rispetto ad altri».

Gazzetta di Modena 23 ottobre 2012, pag. 11, sezione: Nazionale – Quotidiano locale.

Di frizzante non c’è solo il vino: bollicine anche per il succo d’uva

Agrimpresa n.6, maggio 2012 – periodico di informazione agricola e tecnico-economica della Cia Emilia-Romagna – Articolo di Claudio Ferri

Nasce dall’intuizione dell’azienda vitivinicola ‘Folicello’ che dal 1980 ha iniziato a produrre uva e ‘bottiglie’ biologiche, prive anche di solfiti

CASTELFRANCO EMILIA (Modena) – Un succo di frutta e al tempo stesso una bibita gassata: è un’idea – che si è già concretizzata – che intende coniugare la freschezza fruttata della ‘spremuta’ d’uva con le bollicine dell’anidride carbonica.

Una intuizione dell’azienda vitivinicola il Folicello di Castelfranco Emilia, a Modena, che negli anni Ottanta ha iniziato a coltivare uva e produrre vino biologico. La bevanda appena lanciata deriva da un lungo percorso professionale che ha caratterizzato l’impresa per il suo biovino, per diversificare i prodotti a base d’uva anche con i succhi.

Il Folicello è anche stata la prima azienda vitivinicola ad imbottigliare il Pignoletto DOC senza l’utilizzo di solfiti. Questo traguardo, frutto di una sperimentazione iniziata anni fa, giunge a poche settimane da un provvedimento europeo che consente, da ora, di indicare in etichetta le garanzie dei processi di vinificazione biologici.

Un provvedimento atteso, specialmente da quei produttori che da anni vinificano con tecniche bio, ma che in osservanza delle ‘vecchie’ disposizioni dovevano etichettare le bottiglie con la dicitura “vino ottenuto con uve biologiche”. Marco Giovannini e Antonella Fontana del Folicello producono dal 1980 Lambrusco e Pignoletto DOC con un vigneto di 10 ettari.

“Ormai sono 10 anni che vinifichiamo, con successo, senza l’utilizzo di solfiti, a partire da un rosso fermo – spiega Marco – che come tutte le uve nere contiene antiossidanti naturali in grado di conservare il vino in bottiglia. Poi 5 anni fa ha fatto seguito il Lambrusco Grasparossa DOC e quest’anno il primo Pignoletto a Denominazione di Origine Controllata senza aggiunta di anidride solforosa. I vini – aggiunge Marco – con questa tecnica mantengono inalterate le varietà organolettiche principali, come profumi e freschezza”.

La ricerca dell’azienda castelfranchese negli utilizzi alternativi delle uve biologiche ha quindi portato alla messa a punto del succo d’uva frizzante. “Lo produciamo con il metodo ‘charmat’ che consente di ottenere un perlage fine, con bollicine non grossolane. L’idea – chiarisce Marco – è nata per creare un prodotto a base di uva naturale in alternativa alle bevande analcoliche gassate. Abbiamo prima eseguito un test, che ha dato esiti positivi, con un campione di consumatori per saggiarne il gradimento – osserva ancora – e dalla prossima vendemmia produrremo circa 10 mila bottiglie di succo d’uva spumante. Sarà decisiva la scelta dei tempi per la vendemmia: la giusta maturazione dell’uva, infatti, è importante per assicurare armonia tra dolce e acidità”.

L’azienda è in una zona pianeggiante tipica per la produzione di Lambrusco e di vini bianchi frizzanti e dispone di un laboratorio dove vengono prodotti marmellate e altri derivati dall’uva, tutti biologici e biodinamici. “C’è anche una piccola acetaia – prosegue Antonella – e una sala multifunzionale per riunioni aziendali, eventi e altre attività. Abbiamo creato inoltre un percorso didattico ‘dalla coltivazione della vite alla trasformazione in vino’ dedicato a tutte le scuole e a quelle persone che vogliono ascoltare le nostre esperienze e hanno rispetto per la natura”.

Agrimpresa n.6, maggio 2012 – periodico di informazione agricola e tecnico-economica della CIA Emilia-Romagna

Claudio Ferri

Elementi di portfolio